Le 3 regole base:
Agita NIO, già perfettamente mixato
Strappa l'angolo della confezione
Versa in un tumbler pieno di ghiaccio
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Daiquiri
Le origini del cocktail risalgono alla fine del XIX secolo, al tempo della guerra tra Stati Uniti e Spagna: secondo alcune fonti dopo il naufragio della nave Main – nel porto dell’Avana – un marine giunse in un piccolo villaggio vicino a Santiago de Cuba, specificatamente a Daiquiri. Qui, per placare la sua sete, entrò in una sorta di baracca adibita a bar.
Dopo aver rifiutato di bere rhum liscio, ottenne un’aggiunta di succo di lime che aggiustò con dello zucchero. Ecco come venne alla luce il Daiquiri, uno dei cocktail preferiti dello scrittore Ernest Hemingway insieme al Mojito: “Il mio Mojito a La Bodeguita, il mio Daiquiri a La Floridita”.
Ingredienti: Rum bianco, Acido citrico, Acqua, Zucchero liquido, Coloranti naturali.
Margarita
Diciamo chiaramente una cosa: nessuno conosce realmente chi ha inventato il Margarita. La prima citazione su carta stampata del Margarita è sul numero del Dicembre 1953 della rivista Esquire dove si dice che “Viene dal Messico, Senores, ed è bella da vedere, emozionante e provocante”. La ricetta prevedeva un’oncia di tequila, una punta di triple sec e il succo di metà lime.
E' molto probabile che il drink sia stato creato durante il Proibizionismo (o subito dopo): in questo periodo infatti, i ricchi americani uscivano dal loro Paese in cerca di drink “legali” e ben fatti. Cuba, Londra e Parigi erano destinazioni molto popolari, così come il Messico, in special modo Tijuana che si trova poco aldilà del confine con gli Stati Uniti.
Ingredienti: Tequila, Triple sec, Acido citrico, Acqua.
Gin Sour
La categoria dei sour è una delle più antiche nella storia dei cocktail, anzi si può dire che rappresenti il punto di inizio per l’arte della miscelazione: il primo a codificarne la ricetta fu infatti il grande Jerry Thomas. I sour sono basati su un equilibrio molto semplice: una parte dolce (di solito lo sciroppo di zucchero), una parte più amara data dal succo di lime o di limone e ovviamente un distillato che dà il carattere al mix.
Gli spirits più utilizzati in questo tipo di preparazione sono abitualmente il rhum (Daiquiri), il bourbon, la vodka e il gin. Il nome Gin Sour, che ovviamente rimanda alle note acide del limone, può essere fuorviante perchè questo cocktail ha in realtà un equilibrio perfetto dato dall'unione tra il dolce dello zucchero, l'aspro del limone e il gusto secco del gin.
Ingredienti: Gin, Acido citrico, Acqua, Zucchero liquido, Coloranti naturali.
Vodka Sour
La categoria dei sour è una delle più antiche nella storia dei cocktail, anzi si può dire che rappresenti il punto di inizio per l’arte della miscelazione: il primo a codificarne la ricetta fu infatti il grande Jerry Thomas. I sour sono basati su un equilibrio molto semplice: una parte dolce (di solito lo sciroppo di zucchero), una parte più amara data dal succo di lime o di limone e ovviamente un distillato che dà il carattere al mix.
Gli spirits più utilizzati in questo tipo di preparazione sono abitualmente il rhum (Daiquiri), il bourbon, la vodka e il gin. Annoverato tra i cocktail estivi per eccellenza, il vodka sour è prefetto per chi cerca un drink leggero e fresco.
Ingredienti: Vodka, Acido citrico, Acqua, Zucchero liquido, Coloranti naturali.
Gimlet
Il Gimlet è un cocktail composto da gin e succo di lime. Una citazione del 1928 recita: “gin, una punta di limone e soda”. La descrizione del 1953 nel romanzo di Raymond Chandler “The Long Goodbye” stabiliva che “un vero gimlet è metà gin e metà succo di lime e niente altro”; questa affermazione è in linea con le proporzioni suggerite dal “Savoy Cocktail Book” del 1930.
L’origine del nome è confusa: la più gettonata fa riferimento al Chirurgo Ammiraglio Sir Thomas Gimlette che si dice sia stato il primo ad aver aggiunto il succo di lime al quotidiano gin dei suoi uomini della Royal Navy per aiutarli a combattere i danni dello scorbuto (malattia dovuta a carenza di vitamina C) durante le lunghe traversate oceaniche.
Ingredienti: Gin, Lime cordial, Acqua.
Whiskey Sour
Si ritiene che il whisky sour sia stato creato dall'Inglese Elliott Stubb che, sbarcato nel porto di Iquique (al tempo appartenente allo Stato del Peru) nell'anno 1872, aprì un bar e sperimentando diversi aperitivi arrivò a miscelare l'autoctono "limon de pica" con Whisky e zucchero, creando un perfetto mix tra lo stile anglosassone e il frutto sudamericano.
In realtà questo cocktail viene già citato nel famoso libro di Jerry Thomas del 1862 "How to Mix Drinks: The Bon-vivant's Companion", anche se con una ricetta leggermente diversa. Il whiskey sour, pur avendo un’anima d’acciaio, è un cocktail avvolgente e seducente, dal sapore preciso e netto, con i profumi caramellati e affumicati del bourbon che si ritrovano rinfrescati dalla carica aromatica del limone.
Ingredienti: Bourbon, Acido citrico, Acqua, Zucchero liquido.
Negroni
Il Negroni fu creato a Firenze tra il 1919 e il 1920 dal Conte Camillo Negroni: in quegli anni il Conte era solito frequentare l’aristocratico Caffè Casoni in via de’ Tornabuoni e – stanco del solito Americano – chiese al barman Fosco Scarselli l’aggiunta di una punta di gin anziché di soda, in onore dei suoi recenti viaggi a Londra. Quello che per il Conte era “il solito” divenne per gli altri “Un Americano alla maniera del Conte Negroni” e per questa ragione prese il nome del Conte che lo amava così tanto.
Il cocktail divenne popolare a partire dagli anni Cinquanta, dapprima in Italia e poi in tutto il mondo, tanto da essere citato in uno dei romanzi della saga di James Bond di Ian Fleming, Risiko, nel quale il mitico agente 007 in un suo soggiorno nella Penisola ordina, appunto, un Negroni.
Ingredienti: Gin, Vermouth, Bitter, Acqua, Angostura.
Manhattan
Il Manhattan è un cocktail che è stato sotto la luce dei riflettori sin dalla sua nascita: leggenda vuole che fu creato intorno al 1870 al “Manhattan Club” di New York da Iain Marshall in occasione del ricevimento organizzato da Jennie Jerome (ovvero Lady Randolph Churchill, madre di Winston Churchill) in onore del candidato alla presidenza Samuel J. Tilden.
Il suo successo rese il drink molto alla moda e portò le persone a chiederlo riferendosi al bar in cui era stato creato, il “Manhattan” per l’appunto. Grazie ad un velocissimo passaparola, il cocktail è diventato presto molto popolare anche in Europa, probabilmente aiutato dal suo nome che rappresenta una perfetta sintesi della Grande Mela racchiusa in un bicchiere.
Ingredienti: Bourbon, Acqua, Vermouth, Angostura.
Milano Torino
Il Milano Torino è un cocktail controverso: nessuno sa realmente quando sia stato creato, ma una delle versioni più popolari è che sia stato inventato per celebrare la nascita dell’Autostrada A4 nel 1932, anche se è più probabile che fu creato con l’avvento della grande scuola italiana della miscelazione.
All’inizio del cosiddetto “Secolo Breve” c’erano pochi liquori disponibili nei bar: i più celebri erano certamente il Vermouth di Torino e il Campari di Milano. Unendo i due si ottenne dunque il Milano Torino, preparato direttamente nel bicchiere, con l’aggiunta di una scorza d’arancia.
Ingredienti: Vermouth, Bitter, Acqua, Angostura.
Boulevardier
La storia del Boulevardier inizia all’Harry’s Bar di Parigi dove lo storico barman Harry McElhone creò questo cocktail per Erskine Gwynne: sarebbe stato poi quest’ultimo a decretarne l’ingresso nei libri di storia grazie alla citazione all’interno di “Barflies and Cocktails” pubblicato nel 1927.
La fama di Erskine derivava dal fatto di essere il nipote del magnate Alfred Vanderbilt e dall’aver fondato un mensile chiamato proprio “Boulevardier”: il nome, che deriva da boulevard (strada, in francese) fu coniato all’epoca per definire una persona “di strada” nel senso positivo del termine.
Ingredienti: Bourbon, Vermouth, Bitter, Acqua, Angostura.
I cocktail NIO sono preparati utilizzando i migliori liquori e distillati senza l'aggiunta di alcun conservante, additivo o agente chimico.
L'idea è portare l'arte di un mixologist esperto e i migliori spirits nelle mani del consumatore finale per ampliare i momenti di consumo dei cocktail. Con NIO basta avere un bicchiere pieno di ghiaccio, agitare la busta, versare il contenuto e ognuno può bersi il suo cocktail preferito.
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